Bosco SIC “Difesa Grande”, Sentiero del “Picchio Rosso”, Gravina in Puglia (Ba) – Luglio 2013
Il Bosco Difesa Grande rappresenta il polmone verde della nostra Città, Gravina in Puglia. Visitarlo e rispettarlo significa valorizzarlo, apprezzarlo e, in senso più ampio, entrare in stretto contatto con la natura comprendendone la sua vitale importanza. Così, con lo scopo di creare nei bambini della Cooperativa EOS un attaccamento alla natura in generale e alle bellezze del proprio territorio più nel particolare, si è scelto di far visita al nostro Bosco e precisamente all’area denominata “Sentiero del Picchio Rosso”, chiamata così proprio perché, nella zona, vi è la possibilità di osservare questa rara specie ornitica. Nel percorso, i bambini, hanno anche provato l’esperienza di guadare un fiume.
Il Bosco “Difesa Grande”, con i suoi circa 1890 ettari è uno dei più importanti complessi boschivi dell’intera Puglia. Situato a 6 km dal centro abitato di Gravina, nel medio bacino idrografico del fiume Bradano, si estende su un terreno collinare compreso tra il torrente Gravina ad Est ed il torrente Basentello ad Ovest, entrambi affluenti del Bradano.
Il bosco era da sempre vissuto come una fonte di approvvigionamento di legname per la collettività gravinese. Consultando gli atti preliminari ed apprezzo del Comune di Gravina dell’anno 1754, per la formazione del catasto, si attestava che la suddetta Università di Gravina possedeva “li seguenti Beni, Rendite e Gabelle e possiede li seguenti Pesi Universali”.
Dagli archivi storici è emerso uno spaccato di vita gravinese che ha inizio nei primi anni del 900 e termina sino alle soglie del secondo millennio. Anni difficili, segnati da miseria diffusa che colpiva la maggioranza della popolazione. Da qui l’importanza del bosco, come fonte di approvvigionamento e di pastorizia, termometro sociale ed economico.
Il Bosco “Difesa Grande” è un bosco naturale, spontaneo e rappresenta una residua testimonianza della rigogliosa foresta mesofita che ricopriva gran parte dell’intera Puglia. La parte di querceto è formata, principalmente, da tre specie di querce: roverella, cerro e farnetto.
La Murgia è una regione fortemente e da lungo tempo umanizzata; l’uomo ha quindi avuto un ruolo rilevante nel determinare l’assetto faunistico sia attraverso i mutamenti operati (bonifiche,disboscamenti) sia come diretto traslocatore di specie. A questi fattori che nel tempo avevano dato un volto proprio e caratteristico al nostro patrimonio faunistico, si sono aggiunti in misura sempre maggiore elementi a più accentuato dinamismo che hanno negativamente influito su di esso. Come risultato stiamo andando verso un generalizzato e veloce impoverimento in specie dei vari complessi faunistici che si possono individuare nella nostra regione.
Gli incontri non sono rari. Se ci si addentra lungo i sentieri è possibile imbattersi in innocui rettili quali il ramarro, più grande sauro europeo, il colubro liscio, o la Tartaruga di hermann, la più piccola delle tre specie che popolano il Sud dell’Europa; imbattersi in una lepre o una volpe in cerca di cibo nella fitta vegetazione boschiva non è evento poi tanto raro.
Il complesso faunistico è molto ricco grazie ad una massiccia frequenza ornitica di specie del bosco, la maggior parte delle quali nidificanti, inserite nelle normative e Liste Rosse di salvaguardia, citiamo in tal senso: il cuculo, il barbagianni, il nibbio reale e il nibbio bruno, la poiana, l’assiolo, l’upupa, il gufo comune, l’allocco, il merlo, la capinera, lo sparviere, la ghiandaia la calandra, l’averla capirossa. Tra i mammiferi ricordiamo il cinghiale, la donnola, il tasso, la puzzola, l’istrice, la faina, ed il sempre più raro gatto selvatico. Oltre i rettili già riportati sono diffusi: il biacco, il cervone, il colubro di Esculapio, la vipera aspide, la natrice dal collare, la luscengola, il geco e la tarantola dei muri. In un territorio caratterizzato da pochi ristagni di acque meteoriche, risulta piuttosto ricca la presenza di specie di anfibi, quali il tritone italico e il tritone crestato, il rospo comune e smeraldino, la rana verde e la rana agile, la raganella e l’ululone dal ventre giallo, tutte specie di rilevante interesse conservazionistico, in quanto minacciate d’estinzione a livello nazionale ed internazionale.
Fonte.
http://www2.comune.gravina.ba.it
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